Alcuni dei maggiori produttori al mondo di elettronica di consumo stanno affrontando una nuova ondata di incertezza finanziaria grazie a una crisi valutaria che minaccia di far crollare il loro flusso di cassa.

Sony, Panasonic e altri stanno tremando tra le scosse di assestamento per l'improvviso apprezzamento dello yen giapponese nei confronti di altre valute, in particolare il dollaro USA.

Flusso di cassa ridotto

Un improvviso aumento di valore ha visto lo yen scambiare ieri ad un massimo di 14 anni di ¥84 al dollaro. Il risultato è che ogni prodotto che i giganti giapponesi vendono fuori dal loro paese d'origine porta molto meno denaro del previsto.

Questo è un problema perché le aziende come Sony attualmente fanno affidamento sulle vendite all'estero per oltre il 70 per cento del loro reddito. Molte società avevano operato sulla base del fatto che lo yen varrebbe la pena ¥90 o ¥95 al dollaro.

Per mettere in prospettiva le fluttuazioni valutarie a volte astratte, un apprezzamento dello yen costa ai produttori di gadget giapponesi vicini ¥32 miliardi (£ 225 milioni) all'anno.

Punto di rottura

Un amministratore delegato di hedge fund ha dipinto un quadro rigido per il futuro di tali aziende: "Siamo ad un punto di rottura. C'è un punto oltre il quale le aziende non lavorano".

A meno che la situazione non cambi, potrebbero essere necessari drastici passaggi - potenzialmente cattive notizie per i consumatori e il personale di aziende come Sony e Panasonic, che hanno già perso quasi 50.000 posti di lavoro in poco più di un anno.