Questo display 3D è costituito da bolle generate dal laser
notiziaLa maggior parte dei display 3D utilizza una varietà di metodi per ingannare il cervello nel pensare che stia vedendo un oggetto tridimensionale. Questi di solito comportano la visualizzazione di immagini leggermente diverse a occhi diversi.
Ma ora, gli ingegneri ottici guidati da Yoshio Hayasaki all'Università Utsunomiya hanno sviluppato un nuovo tipo di display che genera immagini 3D in un liquido. Invece di rendere una scena 3D su una superficie piana, il display stesso è tridimensionale - o "volumetrico", come lo chiamano gli scienziati.
Vero 3D
Come tutte le cose migliori del mondo, richiede laser. In particolare, richiede laser in grado di creare impulsi di luce incredibilmente brevi. I laser sono focalizzati in un punto specifico all'interno di un liquido denso e viscoso, in cui i fotoni vengono assorbiti e creano microbolle. Illuminare quelle bolle con un proiettore può quindi farle apparire come colori diversi.
Il risultato è un vero display tridimensionale, visibile da qualsiasi angolazione senza occhiali 3D o auricolari. Si pensa che possano essere utilizzati in mostre d'arte o in musei, dove lo spettatore può camminare per tutto il display. Potrebbe anche essere usato per aiutare i medici a visualizzare l'interno di un paziente prima dell'intervento chirurgico, o perché i militari possano ispezionare il terreno e gli edifici.
Finora i ricercatori hanno testato il display creando una sequenza di immagini: un'immagine 2D di una sirena, un coniglietto 3D renderizzato e poi un delfino 2D in quattro diversi colori. Il contrasto può essere modificato alterando il numero di impulsi laser utilizzati.
Scoppia le bolle
Ma c'è un problema che deve ancora essere risolto: le bolle rimangono e non vanno via. Il team sta lavorando a un sistema che userebbe un flusso all'interno del liquido per far scoppiare le bolle, consentendo loro di essere ripulite.
"Il display a bolle volumetriche è più adatto per strutture pubbliche come un museo o un acquario perché, al momento, la configurazione del sistema è grande e costosa,” Kota Kumagai, primo autore di una descrizione della tecnologia, pubblicato sulla rivista Optica.
"Tuttavia, in futuro, speriamo di migliorare le dimensioni e il costo della sorgente laser e dei dispositivi ottici per creare un sistema più piccolo che potrebbe essere accessibile per uso personale."
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