Il rapporto tra aziende tecnologiche globali e consumatori ha preso una brutta piega nel 2013 alla luce delle rivelazioni sul programma di sorveglianza del governo degli Stati Uniti, PRISM.

Una volta risolta la polvere, le conseguenze potrebbero essere descritte come scomode: sapere che le organizzazioni potrebbero aver dato agli agenti federali la luce verde per setacciare le comunicazioni private ha lasciato un punto dolente, e aziende come Apple e Yahoo sono state spostate a "ribadire come molte volte avevano fornito dati su richiesta.

Quindi, in che modo gli eventi negli ultimi 12 mesi hanno influito sui livelli di fiducia tra i consumatori e le organizzazioni del Regno Unito?

Non molto positivamente, secondo un rapporto di ricerca del gigante delle ICT giapponese Fujitsu, che ha rilevato che quasi un terzo (29%) di 3.000 consumatori è meno fiducioso di quanto lo fosse un anno fa.

Gli altri risultati del rapporto non sono indicativi, se sei nel dominio dei social media. Quasi un terzo degli intervistati (31%) indica "zero trust" nelle capacità dei social media di salvaguardare i dati, e solo il 9% dei consumatori ha fiducia in qualsiasi organizzazione per fare lo stesso.

Per approfondire la questione della fiducia dei consumatori, dei dati e dei marchi tecnologici, abbiamo parlato con David Robinson, Chief Security Officer di Fujitsu, Regno Unito e Irlanda..

Crisi delle relazioni

TechRadar Pro: Perché la fiducia dei consumatori nelle organizzazioni è diminuita negli ultimi anni?

David Robinson: I dati stanno rapidamente diventando uno dei temi chiave del decennio. Sta anche diventando uno dei più divisivi. Mentre la frenesia attorno ai dati può essere particolarmente pronunciata al momento, il nostro fervore per questo non è un fenomeno nuovo.

Il nostro rapporto con i dati che creiamo è sempre stato fragile e la fragilità è aumentata solo nell'era digitale. Parte del problema riguarda il volume di dati in continua espansione.

Eric Schmidt di Google ha fatto scalpore nel 2010 con la sua affermazione che l'umanità ora crea più informazioni in un periodo di due giorni di quello che ha fatto in tutti e due i millenni precedenti.

Le tue comunicazioni private sono davvero private?

Uno studio sponsorizzato da EMC dall'anno seguente ha rilevato che avremmo bisogno di una montagna di iPad, 25 volte più alta del Monte Fuji, per archiviare gli 1,8 zettabyte di informazioni generate nel 2011.

Quelle montagne di dati sono fatte dai più piccoli pezzi di ghiaia. Dai social media all'internet delle cose, generiamo punti dati in quasi ogni momento della nostra vita di veglia.

Anche attività precedentemente innocue - dallo swaping di una railcard alla modifica di un canale TV - creano un footprint digitale che può essere utilizzato per analizzare, prevedere e persino agire sul nostro comportamento.