Il servizio di streaming musicale a lungo rumoreggiato di YouTube sembra essere un passo più vicino alla realtà con la notizia che il sito Web dei video di proprietà di Google ha firmato un accordo per acquistare musica in licenza da migliaia di case discografiche indipendenti.

L'accordo è stato negoziato con Merlin, l'agenzia per i diritti che rappresenta le etichette di musica indie, e arriva dopo un periodo tormentato da pesanti trattative tra Google e le etichette discografiche, con YouTube che minaccia di abbattere determinati video musicali se le sue richieste non fossero soddisfatte.

L'accordo getta le basi per YouTube per lanciare un servizio di streaming musicale basato su abbonamento che avrà come obiettivo Spotify, Deezer e Beats Music di recente acquisizione di Apple.

Sembra che YouTube abbia posto le basi per il suo servizio di streaming per un po ', con la firma del sito web che tratta già tre principali etichette discografiche: Universal, Sony e Warner.

L'accordo con Merlin dà a YouTube una licenza per 20.000 etichette indipendenti tra cui XL Recordings, che rappresenta artisti famosi come Adele e The xx.

È questa la fine di YouTube gratis?

YouTube è il più grande sito di streaming video al mondo e al momento consente ai visitatori di guardare una quantità illimitata di video gratuitamente, con molti video tra cui annunci pubblicitari.

Secondo il Financial Times, fonti vicine a YouTube hanno suggerito che il sito web inizierà a implementare un'opzione a pagamento, che darà ai visitatori la possibilità di pagare una tariffa mensile per guardare video senza pubblicità. Presumibilmente consentirà anche alle persone di scaricare musica per l'ascolto offline e, soprattutto, arriverà nel giro di "settimane".

La scelta di YouTube di includere un livello a pagamento probabilmente influirebbe sul suo rapporto con le etichette musicali, che spesso pubblicano video musicali dei suoi artisti nel tentativo di promuovere la loro musica. La decisione di YouTube di acquisire licenze per il proprio servizio di streaming con le etichette musicali potrebbe essere un modo per placarle.

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Via il Financial Times