Abbiamo bisogno di un codice di condotta per la realtà virtuale?
notiziaUn team di ricercatori tedeschi ha fornito una lista dei principali rischi che potrebbero insorgere con la tecnologia della realtà virtuale, oltre a un "codice di condotta" per minimizzare i problemi lungo la linea.
La promessa che la VR detiene nel mondo degli affari, dell'istruzione e dell'intrattenimento ha stimolato la grande eccitazione intorno alla tecnologia negli ultimi anni. Ma Michael Madary e Thomas Metzinger della Johannes Gutenberg University Mainz sostengono che le preoccupazioni etiche associate hanno ricevuto molta meno attenzione.
"Il proprio ambiente può influenzare i propri stati psicologici", scrivono le coppie nell'articolo, pubblicato sulla rivista Frontiers in Robotics and AI.
"L'immersione in VR può avere effetti psicologici che durano dopo aver lasciato l'ambiente virtuale."
Riferendosi a recenti studi che mostrano questi effetti, Madary e Metzinger sostengono che la VR potrebbe creare grandi opportunità per la manipolazione psicologica. "Questi studi suggeriscono che la realtà virtuale pone rischi nuovi, che vanno oltre i rischi degli esperimenti psicologici tradizionali in ambienti isolati e che vanno oltre i rischi della tecnologia dei media esistenti per il pubblico in generale".
soluzioni
Il codice di condotta che hanno escogitato come soluzione ruota parzialmente attorno alla pratica scientifica.
I ricercatori non dovrebbero creare false speranze nei pazienti, ad esempio, e ripetutamente ricordare loro la natura sperimentale di tali ricerche. Richiedono ulteriori studi su ciò che è perso nelle interazioni sociali basate sulla telepresenza.
Ma ci sono preoccupazioni anche per le applicazioni dei consumatori. Madary e Metzinger sottolineano che EVE: Valkyrie, uno dei titoli VR più attesi, si svolge in un universo che premia i personaggi che manipolano e ingannano altri giocatori.
"C'è motivo di preoccupazione per i modelli comportamentali premiati in giochi coinvolgenti come EVE: le valchirie hanno un'influenza duratura sul profilo psicologico degli utenti", scrivono.
"La tortura in un ambiente virtuale è ancora tortura"
Inoltre avvertono di usare contenuti violenti e pornografici in cui il rischio di traumi psicologici è più alto. "La tortura in un ambiente virtuale è ancora tortura", dicono, raccomandando agli utenti di essere chiaramente informati di questi pericoli.
"Il fatto che la propria sofferenza si verifica mentre si è immersi in un ambiente virtuale non attenua la sofferenza stessa."
Infine, Madary e Metzinger sottolineano che ci sono poche regole riguardanti la proprietà degli avatar negli spazi virtuali.
Scrivono: "Ci sono forti motivi per porre restrizioni sul modo in cui gli avatar possono essere utilizzati, come la protezione degli interessi e della privacy delle persone che si identificano con il loro avatar sui social network"
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